"Dobbiamo assicurarci che tu non stia avendo un infarto". Nessuno vuole sentirsi dire queste parole, ma è quello che mi sono sentito dire quando sono andato dal medico perché avevo delle fitte al petto. Grazie a Dio non stavo avendo un infarto, ma quell’esperienza mi ha reso grato che vi siano dei test ai quali una persona può sottoporsi per accertarsene – e mi ha fatto pensare al bisogno che i cristiani hanno di un altro tipo di test cardiaco.

La Bibbia parla dei nostri cuori come del nostro fulcro spirituale, o del nucleo di chi siamo e come ci rapportiamo al nostro Creatore. Geremia 17:9 ci insegna che "Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente malato", mostrandoci così che nasciamo bisognosi di un nuovo cuore, e Atti 15:8-9 ci dice che è attraverso la fede nella morte, sepoltura e resurrezione di Gesù Cristo che i nostri cuori malati possono essere purificati.

In 1 Samuele 15-16 ci sono fornite le descrizioni di questi due cuori, rappresentati dagli esempi di re Saul e Davide. Saul, avendo un cuore malato, è portato a disobbedire ai comandi di Dio, pensare prima di tutto a se stesso ed essere più preoccupato di quello che gli altri pensavano di lui, il tutto mentre appariva grande agli occhi del mondo; al contrario, Davide ci è presentato come una persona con un cuore retto che ricercava la volontà del Signore, coltivava una relazione con Dio, faceva tesoro della Parola di Dio e faceva affidamento non su se stesso ma su Dio.

Inoltre, sappiamo che anche quelli di noi che hanno dei cuori nuovi, purificati e redenti possono ancora peccare e manifestare di volta in volta il frutto di cuori malati. Forse ci lasciamo convincere, non dalla Parola di Dio, ma dal consiglio del mondo di “seguire i nostri cuori” quando affrontiamo una prova o una tentazione; ma questo consiglio ha sempre risultati fallimentari, perché un cuore malato dà soltanto cattivi consigli. La verità è che i nostri cuori esprimeranno affetto per quello che adorano e amano e, per quanto pensiamo di conoscere noi stessi, i nostri cuori possono confonderci e imbrogliarci perché non possiamo separarci da essi.

Stando così le cose, ho scoperto di avere bisogno di un test cardiaco spirituale che mi permetta di vedere se sto camminando secondo lo Spirito, seguendo un cuore redento da Cristo, o secondo la carne, seguendo gli schemi del mio vecchio cuore malato e ingannevole; di fatto, a volte sono stato così confuso a proposito dello stato del mio cuore che ho avuto bisogno di sottopormi a più di un test, così ne ho sviluppati tre.

Il mio primo test cardiaco è il test delle parole. Si tratta di una semplice domanda per diagnosticare cosa ti stia più a cuore. Gesù spiega in Matteo 12:34 che "la bocca parla dall’abbondanza del cuore", così il test delle parole ti domanda: che cosa esce dalla tua bocca – in circostanze normali? Quando sei sotto pressione o nel mezzo di un’emergenza, nei momenti di maggiore intensità? La veracità di questo test risiede nel fatto che le nostre parole nel tempo non mentono. Così il test delle parole ci domanda: di cosa parli di solito?

Il mio secondo test è il test della solitudine. Salmi 149:5 recita: "Esultino i santi nella gloria, cantino di gioia sui loro letti". Riflettendo su questo versetto, John Piper ha detto: "Il fatto che canti a letto è significativo". In altre parole, quando sei da solo e nessuno ti sta osservando o è in ascolto, che cosa fai? Dov’è il tuo cuore?

Il test della solitudine domanda: ti ricordi, così su due piedi, dell’ultima volta che hai parlato a Dio da solo? Quando frequentavo l’università ho iniziato a coltivare l’abitudine di pregare la mattina e la sera, non per ottenere dei crediti spirituali in più, ma perché mi sono reso conto di avere bisogno di iniziare e concludere la mia giornata assicurandomi di parlare a Dio di ciò che stavo imparando e pensando, e non fare affidamento sui miei pensieri. Il test della solitudine ci aiuta a vedere chi siamo e dov’è il nostro cuore in relazione a Dio.

Il terzo test è il test dei puritani. La diagnosi del tuo cuore non è soltanto qualcosa di passivo, ma dovrebbe spingerci a un’indagine attiva – e tuttavia quest’opera attiva va svolta con attenzione, per evitare di cadere nella trappola di una malsana introspezione. I puritani sono perfetti per aiutarci in questo compito, perché ci forniscono delle domande chirurgiche da farci e alle quali rispondere e quindi ci aiutano ad andare avanti, perché l’introspezione senza la crocifissione porta alla paralisi.

Un buon esempio del test dei puritani può essere la meditazione di Thomas Watson su Romani 8:28, A Divine Cordial, che contiene un capitolo intitolato “I test dell’amore per Dio” nel quale Watson elenca dei segni dell’amore per Dio e incoraggia i suoi lettori a vedere se tali segni siano presenti nei loro cuori. Alcuni di essi includono:

1. Un cuore che medita su Dio. Watson domanda: "I nostri pensieri hanno le ali?"

2. Un cuore che odia il peccato. Watson afferma: "Un uomo non può amare la salute e anche il veleno; così uno non può amare Dio e anche il peccato".

3. Un cuore che anela al suo ritorno. Watson dice che coloro che "amano Cristo gioiscono al pensiero del suo ritorno sulle nubi… Quando la nostra unione con Cristo sarà perfetta in gloria, allora la nostra gioia sarà completa".

Questi tre test cardiaci ci permettono di valutare i nostri cuori e ricordare loro che il protagonista delle nostre vite è Dio, non noi, e che egli vuole che sappiamo dove i nostri cuori sono in relazione a lui. Affinché questi test non ci scoraggino, Dio ci dà speranza nel Salmo 73 che anche se i nostri cuori possono venir meno, "Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte in eterno" (v. 26).

Pensi di stare avendo un infarto spirituale? Non seguire il tuo cuore – sottoponilo a questi test e ricorda che Dio è pronto ad aiutarci e purificarci, perché egli "è più grande del nostro cuore" (1 Giovanni 3:20).

FonteDon’t Follow Your Heart, Copyright 2021, da Jason G. Duesing, 2021. Ligonier Ministries. Traduzione: A.P.: risorseriformate.com